Ubuntu Feisty su Hp Compaq nx7400

AGGIORNAMENTO 3/12/2008 (Ubuntu 8.04) (Grazie bLax): è possibile editare direttamente il file “/boot/grub/menu.lst” ed aggiungere in coda alle opzioni del kernel (defoptions) le voci i8042.nomux e i8042.reset:

defoptions=quiet splash locale=fr_FR i8042.nomux i8042.reset

Per Feisty continuate a seguire la vecchia guida…

Installando Ubuntu Feisty su questo ottimo notebook, ho notato che a fine installazione tutto era perfettamente configurato e funzionante … WiFi, Hotkeys, Effetti Desktop (Compiz) … tranne una cosa 😛

Al ritorno dalla sospensione, tastiera e touchpad smettono di funzionare, causando uno “pseudo-blocco” del sistema.
“Pseudo-blocco” perche’ in realta’ il sistema ritorna correttamente dalla sospensione, come si puo’ notare loggandosi via ssh alla macchina.
Allora dove sta il problema?

Documentandomi su Google ho scoperto che il problema risiede nel controller i8042, che gestisce appunto tastiera e touchpad, il quale si blocca se non correttamente avvisato di “sospensione” e “ritorno”.
Questo controller si trova in molti altri portatili, Hp, Toshiba, Acer, che possono essere afflitti dal problema.

Mi e’ bastato scrivere due piccoli script da mettere nelle directory /etc/acpi/suspend.d ed /etc/acpi/resume.d per risolvere l’inconveniente.

Create il primo file chiamandolo 20-i8042-unbind.sh con il seguente contenuto:
#!/bin/sh
if [ -f /sys/bus/platform/drivers/i8042/unbind ]; then
echo -n "i8042" > /sys/bus/platform/drivers/i8042/unbind
fi

e salvate.

Create il secondo file chiamandolo 20-i8042-bind.sh con il seguente contenuto:
#!/bin/sh
if [ -f /sys/bus/platform/drivers/i8042/bind ]; then
echo -n "i8042" > /sys/bus/platform/drivers/i8042/bind
fi

e salvate anche questo.

NOTA: FATE ATTENZIONE AGLI APICI CHE NON POTREBBERO ESSERE INTERPRETATI CORRETTAMENTE DAL VOSTRO EDITOR.

Adesso da root copiate i due file creati rispettivamente nelle cartelle /etc/acpi/suspend.d/ ed /etc/acpi/resume.d/

Potete provare immediatamente il risultato.
Unica nota: al ritorno dal suspend la luminosita’ dello schermo e’ impostata al minimo, quindi e’ opportuno agire sui tasti funzione che controllano la retroilluminazione per riportarla ai livelli ottimali.

Un download manager, per dominarli tutti

Molti di voi si saranno trovati a scaricare via internet, col vostro browser preferito, grossi file e molto spesso ai piu’ sfortunati sara’ capitata una caduta di connessione al 99% dello scaricamento o magari il server da cui stavate scaricando non risponde piu’.

Bene, questa paranoia seguita da imprecazione, puo’ essere evitata utilizzando un download manager.
Un download manager e’ un software che gestisce gli scaricamenti HTTP ed FTP di file, introducendo ulteriori funzionalita’ quali il recupero dei download, la suddivisione del file in frammenti scaricabili in modo parallelo, lo scaricamento dei link esterni di una pagina web.
Gli smanettoni del mondo Linux conoscono il fantastico wget da linea di comando, i vecchi utenti Windows ricordano GetRight, che pero’ e’ shareware.

Ma esiste uno strumento a me sconosciuto fino a poco tempo fa, che e’ qualcosa di spettacolare. E’ una estensione del fantastico Mozilla Firefox, sviluppata da due italiani (Federico Parodi e Stefano Verna) che si presenta come “The first download accelerator for Mozilla Firefox”. Il suo nome e’ DownThemAll.

5.png

Essendo un estensione del browser, e’ multipiattaforma, vale a dire che gira su tutti i sistemi operativi (Mac OS, Windows, Linux, BSD, Solaris) e su tutte le architetture (x86,x86-64,PPC,Sparc).

Sottolineo il fatto che oltre ad essere di qualita’, e’ Open Source.

L’abito fa il monaco?

Premetto subito che sono contrario ad articoli del tipo “Personalizzare Linux per farlo apparire come Mac OS X”.
E sono convinto che nell’identita’ di un sistema operativo contribuisce anche l’aspetto estetico.
Ma ho sempre dato piu’ importanza alle tecnologie che ci sono alla base: usabilita’, semplicita’, consistenza, integrazione, interoperabilita’, stablita’, velocita’, licenza.
Riportando queste considerazioni sul piano estetico, ero convinto che il look di OS X era superiore a quello di Windows o di Linux a causa delle tecnologie che ci stanno alla base: Quartz, PDF, compositing e caratteri tipografici.
Ed ero altrettanto convinto che Linux non avrebbe potuto eguagliare la qualita’ visiva di OS X (se non con KDE4) perche’ le tecnologie che ha alla base non sono complete quanto quelle del sistema operativo della mela.

Ho dovuto ricredermi dopo aver letto e testato questo articolo.
Come possessore di un Mac ho potuto effettuare un confronto diretto. Identici.
Percio’ agli amanti delle personalizzazioni, se non volete sentirvi presi in giro per il color “marroncino tendente al gabinetto” di Ubuntu, sbalordite i vostri amici con effetti speciali.

osx-look.png

Mac OS o Linux?

Ma ricordate sempre che il mondo open source non rimane a guardare e studia e sforna in continuazione “concept ideas” che non sono dipendenti da politiche commerciali.
Pensate al progetto Tango, al progetto ubun2design ed al progetto dell’italianissimo Andrea Cimitan (che adesso e’ sviluppatore di Clearlooks), Murrina, di impatto estetico notevole.
Tra l’altro proprio ieri e’ apparsa una news nel blog di Cimi riguardante Gummy, un nuovo stile per Clearlooks, che personalmente ho apprezzato molto.

Ubuntu, adesso e’ mobile!

Grandioso annuncio ieri, sulla mailing list degli sviluppatori di Ubuntu, ad opera di Matt Zimmerman (CTO e chairman della Ubuntu Technical Board) sulla volonta’ di Canonical di creare una versione per dispositivi Mobile/Embedded della piattaforma Ubuntu Linux.

Insomma, Ubuntu sta attraversando un momento grandioso, dovuto principalmente alla sua comunita’, agli sviluppatori ed a chi, al progetto, ci ha creduto sin dall’inizio ($$$ Mark Shuttleworth $$$).

A quanto pare tale versione di Ubuntu, chiamata “Ubuntu Mobile“, sara’ disponibile gia’ dalla relase 7.10 (Codename Gutsy Gibbon), sara’ basata sulla piattaforma Gnome Mobile (gia’ utilizzata da Nokia per i dispositivi N770 e N800) e sara’ ovviamente frutto di una intensa collaborazione tra Canonical ed Intel.

Dopo la decisione di Dell di adottare Ubuntu (grazie alla “voce” della community) nei suoi sistemi desktop e laptop, questo e’ un altro piccolo grande passo per la completa liberta’ digitale, dove le parole convergenza, integrazione, interoperabilita’ non hanno realmente costi o limitazioni o incompatibilita’ dettate dalle aziende commerciali.

Dopotutto l’informatica tratta informazioni e metodologie di comunicazione di esse, quindi che senso ha vincolarle… (Microsoft?, Apple?)

A quanto pare Mr. Shuttleworth mantiene le promesse.